Alcune categorie di lavoratori possono andare in pensione in anticipo grazie a una straordinaria misura. Scopriamo a chi è rivolta.
Attualmente, per poter accedere alla pensione di vecchiaia sono necessari due specifici requisiti: un’età anagrafica di almeno 67 anni e una contributiva di 20 anni. In alcuni casi, tuttavia, è possibile anticipare l’uscita dal mondo del lavoro di qualche anno.
Le misure di flessibilità in uscita, che consentono di ottenere uno sconto sul presupposto anagrafico o contributivo, sono varie e si rivolgono a specifiche categorie di lavoratori. In alcune ipotesi, si tratta di strumenti solo temporanei, soggetti a modifiche o revoche dopo un determinato periodo di tempo.
È il caso, ad esempio, di Opzione Donna e Ape Sociale, che hanno subito degli importanti correttivi con la Legge di Bilancio 2024. Per chi non vuole attendere il raggiungimento dell’età pensionabile e non ha i requisiti previsti dalla Legge Fornero per la pensione anticipata (ossia 42 anni e 10 mesi di contributi, per gli uomini, o 41 anni e 10 mesi, per le donne), esiste una straordinaria alternativa, grazie alla quale si può smettere di lavorare ben 10 anni prima. Chi può beneficiarne?
In pensione con 10 anni di anticipo: ecco come smettere di lavorare prima e ottenere un assegno più ricco
I lavoratori che possiedono almeno 5 anni di contributi accreditati presso un Fondo integrativo e 20 anni di contributi presso la previdenza obbligatoria possono presentare domanda per la cd. RITA, la Rendita Integrativa Temporanea Anticipata.
Si tratta di una misura che permette, a coloro a cui mancano solo 5 anni dalla maturazione dei presupposti per la pensione di vecchiaia, di incrementare il proprio reddito, grazie all’erogazione di una rendita da parte del Fondo pensionistico a cui sono iscritti.
Con la RITA, inoltre, si può andare in pensione prima sfruttando proprio i versamenti del Fondo integrativo scelto. In particolare, l’uscita dal mondo del lavoro può avvenire a partire dai 62 anni di età oppure, se il beneficiario proviene da un periodo di almeno due anni di inoccupazione, la rendita può essere ottenuta anche a 57 anni.
Coloro che hanno avuto l’opportunità di versare contributi integrativi dovrebbero immediatamente approfittare di questa occasione, anche alla luce delle modifiche che hanno coinvolto la maggior parte delle misure di pensione anticipata e delle proposte di riforma del sistema pensionistico. Il Governo, infatti, potrebbe mettere mano anche alla RITA, per introdurre requisiti di accesso più restrittivi e impedire il pensionamento prima dei 67anni. Chi può, dovrebbe al più presto presentare domanda.